Spotorno

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Il fantasma della torre
Nei pressi di Spotorno, in corrispondenza dell’Isola di Bergeggi sono visibili ancora due torri, una sul mare e l’altra, più interna, detta di Coreallo. C’è chi asserisce che entrambi le torri siano state innalzate dai Saraceni intorno all’anno 1000 (… altri le considerano i resti di quella fortificazione in cui visse i suoi primi anni la giovane Ines amante del principe saraceno Achmet); da qui il nome di castello del saraceno che tuttora portano.
La leggenda vuole che in certe notti appaia un fantasma nero che si arrampica lungo i resti scoscesi della fortificazione; ad attenderlo alla finestra ci sarebbe il fantasma di una donna vestita di bianco e dall’aspetto malinconico che lo trascinerebbe poi fino all’alba per le stanze del castello gemendo sommessamente.

Saraceni… o quasi
Questa è una leggenda ascrivibile alla cittadina di Spotorno ma non è raro trovarne versioni simili riguardanti altre località della Riviera di Ponente. Si racconta che all’epoca delle incursioni saracene, una notte, un soldato che era di guardia alla spiaggia di Spotorno si insospettì udendo strani rumori. Nel buio ordinò al probabile nemico di retrocedere, ma nessuno rispose. Terrorizzato cominciò ad arretrare sperando di arrivare in paese per lanciare l’allarme. Ad un certo punto avvertì qualcosa di appuntito appoggiarsi sulla sua schiena. Inevitabilmente pensò che i turchi lo avessero preso alle spalle; si sentì senza via di scampo e gettando a terra la lancia gridò disperato: “Sciò, turco, me rendu! Me rendu, sciò turco, ho dito che me rendu!”. Ancora una volta nessuno parlò e l’uomo rimase immobile attendendo ormai la fine. La luna che fino a poco prima era oscurata, illuminò col suo chiarore la spiaggia. Il soldato vedendosi praticamente spacciato si voltò così dicendo: "Ormai pe mì a l’è finia”. In quel momento si rese conto che la lancia nella schiena altro non era che la prua di una barca abbandonata sulla spiaggia. Allora rapidissimo riacquistò tutto il suo coraggio urlando al mare e alle stelle: “No me rendu, e no me renderia pè tutti li turchi de la Barberia.”

Ippolito Edmondo Ferrario - Triora.org

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